Mobilità sostenibile: centro e nord guadagnano le posizioni alte della classifica

Mobilità sostenibile: meglio al nord e centro nord, in testa Milano. Peggio va il sud e in particolare alcuni capoluoghi siciliani. Un quadro che evidenzia forti disparità nord – sud quello che emerge dal “3° Rapporto sulla Mobilità urbana sostenibile” realizzato da Agici. Lo studio prende in esame 43 capoluoghi di provincia con più di 100 mila abitanti.

Lo studio stila una classifica sulla base dell’Indice di Mobilità Sostenibile (IMS) che tiene in considerazioni vari aspetti della mobilità in città: trasporto privato; trasporto pubblico; mobilità dolce; sharing mobility; integrazione e politiche; salute e sicurezza; logistica last-mile. Al primo posto si trova Milano, seguito da Firenze, VeneziaRoma e Bologna.  Tra le peggiori Messina (23,4), Catania (23,6) e Siracusa (23,7).  Il divario nord – sud è da imputare principalmente alla mobilità dolce – pedonale e ciclabile e alla logistica last mile (consegna effettiva dell’oggetto al cliente, che può avvenire presso il domicilio, il negozio o con la modalità del click & collect)

In linea generale, dal rapporto emergono anche delle tendenze, accelerate dalla pandemia, in tutte le città analizzate.  Cresce del 15% l’elettrificazione delle flotte di autobus ed è in costante aumento – seppur lento – il rinnovo del parco auto. Si sta assistendo, inoltre, a una tendenza di riduzione del tasso di motorizzazione, per ora nelle città del Nord. Migliora poi la quota di NO2: -14% e sono stabili i livelli di particolato e polveri sottili. Per quanto riguarda la sharing mobility, crescono dell’11% le flotte di car sharing e prosegue il boom dei monopattini (+38%). Aumentano anche le piste ciclabili,+5km in media per città. Le isole pedonali mostrano un’estensione media stabile. Diminuiscono a Napoli e Palermo; crescono a Roma, Torino.

Nel rapporto si evidenzia anche l’impatto sulla sostenibilità determinato dalle dimensioni delle città. Per le città grandi e grandissime (da 250mila a oltre 500mila abitanti), ad esempio, dovranno essere valutati investimenti importanti nelle infrastrutture per potenziare il trasporto pubblico locale rendendolo più efficiente.  Così come sarà strategico colmare il gap sulla mobilità dolce con le realtà più piccole. Un percorso già avviato da Milano, Torino e Bologna. Nelle grandi aree, inoltre, dovranno continuare gli investimenti nella sharing mobility con un potenziamento delle opportunità per i cittadini.

Per le città medie (da 150mila a 250mila abitanti) sarà fondamentale l’integrazione tra il traporto pubblico locale e la sharing mobility, andando a coprire anche quelle aree che, per motivi di costo-efficacia, ad oggi non sono servite dai mezzi, così come risulterà vincente continuare nel percorso di infrastrutturazione della mobilità dolce.

Nelle città piccole (sotto i 150mila abitanti), nelle quali l’offerta di trasporto pubblico locale è inferiore rispetto a città di più grandi dimensioni, è ipotizzabile un’integrazione di quest’ultimo con servizi a chiamata e offerta di sharing. Anche per questi centri saranno necessari incentivi per la sostituzione del parco auto con una maggior diffusione dell’infrastruttura di ricarica. Infine, per quanto riguarda la mobilità pedonale e ciclabile è auspicabile prevedere stalli e piste per connettere punti di interesse come centri commerciali, scuole, università e stazioni.