Innovazione e standard nel 4.0, questo è il problema?
“Innovazione e / o standard, questo il problema”. Può sembrare un incipit banale, ma è una questione tutt’altro che semplice per ingegneri e specialisti del settore ICT e automotive. Infatti, il veloce sviluppo delle tecnologie di questi ultimi anni ha posto innovazione e standard agli antipodi, evidenziandone le reciproche influenze negative.
«Fino ad ora, lo standard era necessario per garantire interoperabilità – dice John Favaro di Intecs, che nell’estate 2018, ha organizzato in collaborazione con Movet il workshop “Taming the tiger” dedicato a quest’argomento. Oggi, invece, con l’innovazione che corre veloce , la standardizzazione rischia di mettere dei vincoli allo sviluppo». Una novità nel panorama delle tecnica, a cui si aggiungono considerazioni di mercato, Favaro aggiunge: «Ne deriva una situazione nuova, in cui non si riesce a impostare lo standard: se troppo complesso, aumenta i costi e arresta l’innovazione; se troppo basico, non garantisce la sicurezza. E già ci sono stati casi di elettrodomestici hackerati: un esempio che per tenere i costi bassi, le aziende non investono in sicurezza».
Per queste ragioni, Movet ha deciso di dedicare la sua conferenza annuale 2019 a questo tema: “L’innovazione di I4.0: tecnologie abilitanti e standard per il mondo automotive”.
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Per il mondo dell’automotive le questioni sono ancora più complesse, legate principalmente alla guida autonoma. In mancanza di uno standard, i grandi gruppi automobilistici si sono già mossi, sviluppando proprie soluzioni per la guida autonoma, e non sono mancati incidenti. Tuttavia il punto che sottolinea Favaro è un altro: «Un tempo l’ingegneria lavorava sul rischio, mentre con la guida autonoma lavoriamo sull’incertezza: come possiamo essere sicuri di avere considerato tutti le situazioni di pericolo per l’auto a guida autonoma? – spiega Favaro -. Come possiamo standardizzare l’incertezza? – e conclude – L’incertezza rende la standardizzazione un problema etico e solo la società può decidere quando quello è risolto».
Luca Della Maggiora