Industria 4.0: le imprese automotive investano sul capitale umano

“Paradigma industria 4.0: applicazioni e implicazioni nel settore automotive”, al Museo Piaggio di Pontedera,  prosegue e dedica la sua seconda giornata a lavoro e imprese. Apre la mattina il consigliere al lavoro del presidente Rossi, Gianfranco Simoncini che dichiara: «La Regione intende promuover il trasferimento tecnologico, e perciò abbiamo creato il distretto Manufacturing 4.0. Inoltre, siamo già attivi sulla formazione, on l’istruzione tecnica superiore, per fornire le competenze che il territorio richiede».

Entra nel vivo delle questioni Gianluigi Viscardi, presidente del cluster Fabbrica Intelligente, progetto voluto da Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell’Istruzione. «Il compito del cluster è creare sinergie tra amministrazioni pubbliche, di ogni livello, e i privati per fornire strumenti alle imprese per essere flessibili e riconvertibili secondo le esigenze del mercato  –  spiega Viscardi e continua -. Inoltre, il cluster vuole intervenire per creare le competenze tecniche di cui l’impresa ha bisogno».

Proprio il capitale umano ha un ruolo centrale nell’industria 4.0:  se la base del 4.0 sono le tecnologie abilitanti, serve il personale formato per poterle utilizzare. Un’opportunità quindi per i giovani che anche in Toscana soffrono la situazione economica negativa.  «Tra il 2008 e il 2015 circa 15 mila toscani under 40 si sono trasferiti all’estero – spiega, dati alla mano, Silvia Ramondetta di Confindustria -. Nel 2016 ha  lavorato solo il 18.3% dei giovani toscani 15 – 24, contro il 23% di Veneto e Emilia – Romagna». Tuttavia, sembrano aprirsi spiragli di miglioramento, grazie al processo di innovazione tecnologica in atto.

Atteggiamento positivo espresso anche dal sindacato, rappresentato da Gianfranco Francese di Ires Cgil Toscana: « Il sindacato esclude atteggiamenti neo – luddisti e ritiene utile un approccio positivo. La questione principale è fare in modo che l’elemento umano rimanga al centro dei cambiamenti tecnologici, e non ne sia sopraffatto».

Luca Della Maggiora